Il catalogo prodotti, come gestirlo nel retail 2.0

La strategia per ottimizzare gli sforzi

Con l’avvento del web, le realtà del retail devono esportare il loro catalogo prodotti su più canali di vendita e condividerlo con distributori animati da logiche digitali differenti. Nell’articolo la strategia per ottimizzare gli sforzi.  

Spesso al giorno d’oggi l’esperienza di prodotto da parte del cliente passa attraverso un primo feed online.

Le reti di marketing delle aziende retail sfruttano questi flussi di informazioni organizzati in formato testuale (txt/csv o metalinguaggi come xml) per inviare il catalogo a motori di acquisto (es. Google Shopping), marketplace (Amazon, Zalando etc.), comparatori di prezzi (Trovaprezzo), reti di retargeting etc.

Il fulcro di questa presenza digitale è l’e-commerce: è all’interno del suo CMS che si costruisce lo shop online in cui si vuole far atterrare gli utenti e convertirli. Dati e immagini fluiscono congiuntamente in schede prodotto, dando dei profili che consentono all’utente di scegliere i prodotti/servizi in maniera consapevole.

Ma come avviene il trasferimento dati dai propri strumenti di lavoro aziendali (gestionali, file excel, software di product management) all’interno del CMS dell’e-commerce? Lo si può fare tramite un file csv, che salva i dati in forma tabulare e permette lo scambio tra database.

Fin qui tutto bene. I problemi si verificano quando bisogna esportare il catalogo all’esterno: si vorrebbe, infatti, poterlo filtrare secondo specifiche informazioni (SKU, categoria merceologica o caratteristiche tecniche) creando feed prodotti che ben si adattano alle esigenze del destinatario.

Gli annunci di elenchi di prodotto devono essere formattati in maniera differente per ogni canale. Ciò implica che i raggruppamenti di attributi, ciascuno dei quali identifica una caratteristica del prodotto in modo univoco, devono essere conformi ai criteri richiesti da ogni piattaforma a cui sono destinati. E fare data entry manuale è sicuramente molto impegnativo.

 

Feed prodotti personalizzati

 

Di seguito elenchiamo una serie di step per essere più efficienti a livello organizzativo nell’esportazione del catalogo prodotti.

1) Organizza il materiale relativo al prodotto

Sono svariate le tipologie di materiale collegato al prodotto.

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La soluzione è ricorrere a una Content Platform che centralizza sia le informazioni sia gli asset digitali di prodotto in un unico hub.

Solitamente sono sparsi su più piattaforme e poterle recuperare insieme usando come “chiamata” il codice prodotto offre grandi vantaggi a livello di tempo e di completezza delle informazioni recuperate.

2) Fai una selezione degli attributi desiderati

A questo punto si può avere sott’occhio l’intero catalogo prodotti con le relative informazioni e asset. Pensiamo a Google Merchant che richiede obbligatoriamente l’url dell’immagine principale del prodotto: che comodità ritrovare il tutto con un click! retail-catalogo-prodotti

Facendo poi una multi-selezione degli attributi desiderati si possono creare feed prodotti personalizzati. O ricorrere a quelli già pre-configurati secondo le richieste dei marketplace.

Amazon, ad esempio, vuole obbligatoriamente oltre all’ID (un codice univoco del prodotto), anche il prezzo, l’EAN (il barcode), l’MPN (il codice del fornitore del prodotto).

3) Condividi il catalogo con fornitori e distributori

In questo modo la condivisione delle informazioni sui prodotti con distributori e rivenditori è facilitata. Si possono esportare sia in forma di feed prodotti sia in forma di contenuti testuali come un PDF.

Se essi vogliono scaricarli o stamparli, con la selezione è possibile impostare dei filtri, come ad esempio la disponibilità dei prodotti su un mercato specifico. E lo stesso vale per l’azienda, che può creare e stampare al volo dei cataloghi secondo esigenze personalizzate.

Riuscire a stare al passo con la multicanalità del web fa la differenza!